Ormai la mascherina è diventato un accessorio della nostra quotidianità e la sua igiene è fondamentale. Vale la pena quindi fare un piccolo approfondimento per evitare errori: come si lavano correttamente le mascherine di stoffa? Quanto spesso e con quali detergenti?

Chirurgiche, FFP1, FFP2 o FFP3, con valvola o senza valvola, riutilizzabili: il covid-19 ci ha fatto scoprire un mondo nuovo, che diciamolo pure non morivamo dalla voglia di conoscere, e ormai siamo degli esperti sulle tipologie di mascherine a nostra disposizione per proteggerci dal virus e proteggere chi ci circonda.

In questo articolo parliamo delle mascherine riutilizzabili, le mascherine in tessuto facilmente lavabili, e approfondiamo il modo in cui tenerle sempre disinfettate e anche, non sottovalutiamolo, per mantenere sana anche la nostra pelle. Sì, perché uno dei problemi riscontrati di chiama “maskne” ed è l’acne da mascherina. Tenere la mascherina di stoffa perfettamente pulita previene anche questo problema.

Come si lava la mascherina?

Come vanno lavate le mascherine di tessuto? A mano o in lavatrice? Si possono lavare in entrambi i modi. La mascherina può far parte del normale bucato e essere messa in lavatrice a 60°, oppure si può lavare a mano, con acqua e sapone, ma si deve fare una bella e abbondante pulizia di almeno 20-30 secondi sotto l’acqua corrente calda, come per la pulizia delle mani, oppure ancora le mascherine possono essere lavate in una bacinella con acqua e amuchina. L’asciugatura va fatta in un luogo caldo.

Quante volte si deve lavare la mascherina?

Le mascherine riutilizzabili devono essere pulite e disinfettate dopo ogni utilizzo. Se questo non è possibile, si consiglia di metterle in un luogo caldo, per esempio vicino a una finestra, all’interno di un sacchetto di carta (non di plastica!) e attendere due giorni pima di riutilizzarla.

Perché è necessario lavare la mascherina dopo ogni utilizzo?

Usare la stessa mascherina per molto tempo senza lavarla è assolutamente sconsigliato. Le goccioline infatti così facendo rimarrebbero nel tessuto per poi evaporare, esponendo così eventualmente al virus chi ci circonda.

 

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